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La riflessione della luce

Salta lo raggio a l’opposita parte

Purgatorio XV, 16-24

Come quando da l’acqua o da lo specchio
salta lo raggio a l’opposita parte,
saltando sù per lo modo parecchio  

a quel che scende, e tanto si diparte
dal cader de la pietra in igual tratta,
sì come mostra esperïenza e arte; 

così mi parve da luce rifratta 
quivi dinanzi a me esser percosso; 
per che a fuggir la mia vista fu ratta.   

Come quando il raggio luminoso viene riflesso dall’acqua o da uno specchio, così che il raggio che sale forma un angolo identico a quello del raggio che scende rispetto alla verticale al piano, conformemente a quanto l’esperienza e la scienza dimostrano; così mi parve di essere colpito da una luce riflessa proprio davanti a me: tale che il mio sguardo fu pronto a sottrarsi ad essa.

Salta lo raggio a l’opposita parte
Come secondo raggio suole uscir del primo

Il raggio riflesso viene deviato rispetto alla retta perpendicolare alla superficie di incidenza con un angolo uguale all’angolo di incidenza. La riflessione, la rifrazione e molti effetti prodotti da specchi e lenti si possono descrivere con l’ottica geometrica, che assume che la luce si propaghi mediante raggi rettilinei. Questa descrizione, che si può pensare come caso limite dell’ottica ondulatoria, è valida quando la luce interagisce solo con oggetti di dimensioni maggiori della sua lunghezza d’onda; il raggio luminoso ha la direzione di propagazione del fronte d’onda. 

Raggio incidente e raggio riflesso sono contenuti in un piano perpendicolare alla superficie riflettente; l’angolo di riflessione è uguale all’angolo di incidenza.

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